Mi è piaciuto chiamarli così per la foggia dei loro abiti e per l’atteggiamento dinoccolato con le mani in tasca e le gambe flesse. E’ stato uno dei primi modelli quando ancora, per dare forma al corpo, usavo un composto di carta e argilla, poi abbandonato perchè troppo fragile. Sono fatti su una armatura di filo di ferro fissata ad un piedistallo di cartone; misurano sui 30 cm. L’amico Franz gli ha attribuito molti pensieri per la mostra “Iolanda e le altre”.Quello che preferisco dice: “…IL TEMPO MI SCIVOLA ADDOSSO IN UNA VACANZA SENZA FINE E LA FATICA DI PENSARE, FRACAMENTE MI SPAVENTA…”